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Gare di malessere

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Un racconto di Stefano Tubaro

Ricordo le gare di malessere tra le vecchiette dei condomini. Al “Come stai?” di rito, seguivano in risposta diverse patologie, a scelta in ordine alfabetico o di apparizione. L’altra anziana non si lasciava intimorire certo da quisquilie come un mal di schiena, e prontamente rilanciava, invocando a suo carico metà dello scibile per il quale i medici avevano giurato ad Ippocrate. Quando il livello della tenzone diventava ancora più alto, mia nonna aveva un’arma segreta, da giocare come un jolly, con la quale spesso riduceva la collega al silenzio: “Ho il balón”. Più che una malattia, il balón era uno stato del corpo e della mente: un malessere globale e pervasivo, che minava la persona a più livelli e, tra le tante cose negative, ne aveva una positiva: le faceva vincere con ampio margine le gare di malessere.

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