1970, primo giorno di scuola…..I Remigini nei ricordi di una “bambina grande”
Se hai meno di cinquant’anni la parola Remigino ti dirà ben poco, se invece ne hai di più la tua mente sarà certo volata al primissimo giorno di scuola. I Remigini infatti erano tutti i bambini e le bambine che, negli anni ’60/70 entravano in prima elementare. In passato le scuole di ogni ordine e grado aprivano regolarmente il 1° ottobre, giorno di San Remigio, ecco spiegato il nome Remigini.
Il 1° ottobre 1970 fu un grande giorno, finalmente avrei anch’io potuto fregiarmi del titolo di Remigina!
Il ricordo è ancora vivido nella mia memoria come fosse ieri, all’interno della cartella rossa nuova fiammante avevo riposto con cura un quaderno a quadretti di prima elementare (che conservo ancora) e l’astuccio del Remigino ( marca Regis, l’unica a produrre gli astucci sagomati che riportavano l’immagine dei personaggi più amati dai bambini di allora) all’interno c’era, ordinatamente sistemato , tutto il necessario , colori, righello, temperino, matita e gomma, mancava la biro che avremmo cominciato a usare solo qualche mese più tardi, una volta acquisita confidenza con la scrittura.
Anche il grembiule bianco, che mamma aveva confezionato con le sue mani, decorato da un bel fiocco azzurro (segno distintivo della mia classe) se ne stava appeso all’attaccapanni candido e religiosamente stirato,mentre lo guardavo e riguardavo impaziente d’indossarlo.
Che fatica avevo fatto a non toccar nulla, ma finalmente il momento era giunto!
In quegli anni anni noi bambini eravamo tanti, così tanti che, per mancanza di aule, spesso a scuola capitava di fare i doppi turni. Il mio primo giorno di scuola infatti fu un pomeriggio.
Con il grembiule bianco e la cartella in spalla uscii orgogliosa accompagnata da mia madre, alla volta della scuola elementare Raffaello Sanzio, poco distante da casa mia.
Primo banco vicino alla finestra, altri 29 bambini sconosciuti nella mia classe, davanti a me il tabellone con le lettere dell’alfabeto, A di ape, B di bandiera, C di casa, D di dado…la maestra bionda e dolcissima che ci avrebbe accompagnato per quell’anno ci fece fare delle aste e un disegno.
Ricordo di aver guardato passando la mia immagine riflessa nella vetrina di un negozio e di aver pensato compiaciuta che ormai ero una bambina grande.
Due mandaranci profumatissimi furono la mia merenda poi il suono della campanella ci avvertì che erano già le 17, la fine della lezione era arrivata in un baleno.
Tornai a casa in perfetto orario per vedere in Tv lo Zecchino d’oro, non potevo perderlo! Mago Zurlì, Topo Gigio e Ricchetto festeggiavano come ogni anno i Remigini, ma quella volta fu speciale perchè quel giorno ero una Remigina anch’io.