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A Elvira piace Woody Allen

Elvira ha una bella casa in centro ma vive nella periferia del suo soggiorno con i divani dai cuscini verdi e gialli insieme al coinquilino Lasko, il cane dal pelo lungo marrone scuro che la accompagna fiero per le strade della cittĆ  nel suo cappottino in pile.
Elvira ha i capelli neri lisci raccolti dietro la nuca e ricorda un poā€™ Joan Baez e le sue amiche hippie, anche se lei la chitarra non la sa suonare e Bob Dylan lā€™ha visto solo in televisione. Ogni giorno mette il cappottino a Lasko e insieme vanno nella stessa osteria di cui ormai conosce odori e segnaposti, ma non importa, potrebbe recitare il menu a memoria eppure non manca di chiedere la lista dei piatti del giorno alla giovane impiegata dietro il bancone, sperando di trovare qualcosa di nuovo, fosse anche un piatto di bietole condite col limone al posto dellā€™olio. 

Poi chiede un tavolo vista strada al quale darĆ  la schiena e ci tiene a precisare ā€œper due ma con un solo copertoā€.
Veduta di Cagliari
Elvira pensa che Cagliari sia una bella prigione vista mare da cui aveva tentato la fuga anni prima per seguire un americano che le aveva insegnato un poā€™ di inglese, conosciuto quando era in vacanza e fotografava il blu del mare dagli scogli di Calamosca mentre lei leggeva le poesie di Lorca dietro un paio di occhiali da sole verde bottiglia e una Marlboro tra le dita. 
A Manhattan ci era stata per un paio di mesi, poi era tornata in Italia perchĆ© Jack lā€™americano era noioso e indossava le polo per falciare il prato. Prima di tornare perĆ², aveva comprato una locandina del Manhattan di Woody Allen per poi piazzarla sul comĆ² dellā€™ingresso della sua casa nel centro di Cagliari, come a voler dire ai suoi eventuali ospiti che ĆØ il suo regista preferito perchĆ© ogni volta che sente Wagner non ha voglia di invadere la Polonia, no, di piĆ¹, lei vorrebbe invadere tutto il mondo, peccato che sia incatenata alle pareti della sua bella prigione blu. 
Veduta di Cagliari da Civitates Orbis Terrarum (1572) di Georg Braun.
Il suo salotto ĆØ  uno stanzone con un tavolo incredibilmente lungo in cui vorrebbe ospitare quegli amici uguali a lei che al momento non ha ma vorrebbe avere, se sono stranieri ancora meglio, anche se per una volta vorrebbe essere cercata e non sempre cercare. Il suo bagno ĆØ un poā€™ un monolocale e sulle mensoline accanto allo specchio vi sono creme e prodotti francesi, comprati a Marsiglia con sua sorella, di cui si diverte a leggere i nomi ad alta voce per sentire come potrebbe suonare quella lingua piena di erre. La facciata della sua casa ĆØ elegante e piena di ghirlande e piante. 
Quando i turisti stranieri fotografano le rose gialle sul balcone del piano terra, lei li invita a entrare se, occhio e croce, possono avere una storia interessante da raccontare in modo che il salotto possa diventare un crogiolo di solitudini. In quei casi stappa una bottiglia di Carignano e riempie i bicchieri di terracotta un poā€™ meno di come si faccia in osteria per invogliare gli ospiti a trattenersi. Lei al vino preferisce il fumo, ma le bottiglie non mancano mai perchĆ© ai turisti piace provare i vini sardi, specialmente quelli dolci. Di solito il vino genera discorsi su tematiche quali i viaggi fatti, i posti in cui ancora non si ĆØ stati, lā€™ultimo film visto al cinema quando si andava al cinema o si sfocia nel filosofico andante e si ride un poā€™ per ogni cosa, cercando punti in comune e argomenti via via meno interessanti. Poi a un certo punto, come per un tacito accordo, i pellegrini si guardano a vicenda o si ricordano dellā€™orologio al polso sbagliato e di colpo la festa ĆØ finita cosƬ Elvira puĆ² andare a dormire di sopra dopo aver dato la buonanotte al suo cane, che ha il nome di una birra slovena ma non lo sa.
Cagliari, Scalinata del Bastione di Saint Remy, fortificazione situata nel quartiere Castello la quale deve il suo nome al vicerƩ piemontese Filippo Guglielmo Pallavicini, barone di Saint Remy. Fu costruita sul finire del XIX secolo sulle mura antiche della cittƠ.
Gabriele Ferzetti e Catherine Spaak in una scena del film drammatico La calda vita (1963) di Florestano Vancini girato a Cagliari.
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Gloria Costante
Gloria Costante
Sono insegnante e traduttrice dall'inglese, francese, spagnolo verso l'italiano e collaboro con OpenPlanet come redattrice. Amo imbottigliare parole e sferruzzare racconti, seduta ad ascoltare storie di anziani e viaggiatori che nutrono la mia nostalgia di quelle epoche che non ho mai vissuto ma che, come in un romanzo di Proust, prendono vita davanti a me quando vengono spolverate dal silenzio del non raccontato. Amo il freddo dei romanzi russi, le montagne e il vino rosso della Carnia e la silenziosa compagnia dei miei gatti. Mi piace viaggiare con la mente e con la valigia e penso che OpenPlanet sia il posto giusto per fare tutto ciĆ².

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