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mercoledì, 23 Ottobre 2023

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Sintonia

Un racconto di Giulio Natali

L’inizio, il problema è l’inizio. Lui lo sa bene. È il loro primo appuntamento. Lei gli ha chiesto di scegliere il ristorante e lui ha deciso per un posto tranquillo, sul molo, fuori stagione, a mangiare il pesce.

Non si sono mai visti, ma in chat si sono intesi subito e dopo una settimana di messaggi hanno deciso di incontrarsi.

Lui arriva cinque minuti prima di lei. La aspetta fuori, vicino alla porta del locale, come si addice a un bravo cavaliere.

Lei parcheggia e lo raggiunge, dopo due ore di preparativi che l’hanno resa impeccabile. Entrano insieme. Si siedono. Si guardano. Sorridono. Ordinano. Si guardano di nuovo.

“Raccontami di te”, fa lei.

“Beh… da dove comincio… sono un ingegnere meccanico, ho preso ottimo alle scuole medie, sessanta allo scientifico, centodieci all’università. La lode non mi interessava. Sono direttore della produzione della Corporation spa e ho introdotto la Lean Production in azienda. I KPI di efficienza, qualità e assenteismo sono migliorati costantemente sotto la mia gestione, potrei dire anche con cifre double digit. Nella valutazione della performance dell’ultimo anno ho ricevuto un giudizio “al di sopra delle aspettative”, perché io non mollo l’osso finché non l’afferro e poi spolpo tutta la carne che gli è rimasta attaccata. Mi hanno pure premiato come Young Manager of the Year nel 2004, non capita tutti i giorni, eh. Guadagno 100.000 euro lordi più premi e ogni anno mi danno l’aumento. Ho un sacco di contatti su Linkedin – penso oltre 20.000 – e ogni volta che posto qualche frase ad effetto di uno famoso prendo almeno 1000 like e 200 condivisioni. Non voglio dire che sono un influencer ma, insomma … puoi capire che un mio post è atteso da tanta gente e devo stare attento a non deludere. Quindi ci vogliono tanta innovazione e simpatia, ma è facile perché per me sono doti naturali. Però anche sugli altri social network sono attivissimo. Tra Instagram e Twitter non so quanti follower ho. Li conosci i gruppi di Facebook “Travel everywhere” e “Mangiando l’impossibile”? Non stupirti adesso: sono io il creatore e moderatore! Perché i viaggi e il cibo sono le mie passioni.

Ho visitato trentasei Stati e ti posso raccontare ogni singolo buco degli aeroporti. Ce ne sono alcuni in cui per arrivare al gate ci metti quasi due ore, altri in cui non funziona nulla: scale mobili ferme, riscaldamento bloccato d’inverno … puoi figurarti! Quindi se mai andrai a Londra sentiamoci, perché Heathrow, Gatwick, Luton, Stansted e City li conosco come casa mia.

E poi ho una conoscenza enciclopedica del cibo che danno negli aerei: dimmi cosa mangi e ti dirò dove stai volando. Passo metà delle rotte a raccontare al vicino quali industrie producono i viveri sul vassoio e tiro a indovinare quanti additivi ci siano tra gli ingredienti. Poi guardo l’etichetta e ci azzecco sempre! Il podio dei miei pasti preferiti è: primo quello della compagnia olandese, poi gli svizzeri e i francesi. Ho in mente di farci un blog e magari ne viene pure fuori un libro, secondo me c’è una nicchia di persone interessate alla qualità dei pranzi in volo che nessuno ha ancora intercettato”. Lui prende fiato e porta il calice di bianco alla bocca.

“Raccontami di te, adesso”, fa di nuovo lei.

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