Il Castello Ceconi è situato nella foresta Ceconi.
La costruzione fu realizzata da Giacomo Ceconi, famoso per essere stato uno dei più importanti costruttori di ferrovie e strade nell’Impero Austro-Ungarico.
CHI ERA GIACOMO CECONI
Giacomo Ceconi (1833-1910), di umili origini diventato grande costruttore di ferrovie e creato nobile dall’Imperatore Francesco Giuseppe I e conte da re Umberto I, ampliò enormemente la casa natale negli 1890-1908 facendole assumere le linee di un castello ghibellino, con statue e affreschi sulla facciata.
Il conferimento del titolo di conte della Corona d’Italia richiedeva, secondo una tradizione ormai secolare, che Giacomo Ceconi erigesse una residenza dalle caratteristiche e dalle proporzioni di un castello. Si trattò di una villa che negli intenti del ceconi avrebbe dovuto tenere legati i suoi discendenti alla natale Pielungo.
Per i lavori dell’edificio (in Val Nespolaria) Giacomo Ceconi si trattenne sempre più frequentemente e sempre più a lungo nel suo borgo natio (1890-1908) per attendere alla progettazione e alla costruzione di tale sua residenza nobiliare, non mancando di adoperarsi nel contempo anche per il suo paese.
IL CASTELLO A PIELUNGO
Il castello veniva riscaldato a legna, per questo si rendeva necessario il lavoro ininterrotto di un addetto all’alimentazione delle enormi stufe di maiolica, che si trovavano in ogni stanza (il suo nome era Florio).
L’illuminazione era invece ad energia elettrica, ricavata dalla centrale fatta costruire dal conte presso il torrente Arzino, ove, attraverso delle tubature a condotta forzata, giungeva l’acqua dell’acquedotto Agaviva.
Nei sotterranei del castello vi erano infine dei forni, utilizzati per cuocere i cibi tipici friulani ma anche quelli legati alla tradizione austriaca.
Il Ceconi aveva poi designato una stanza del castello a museo, in cui conservava gelosamente molti oggetti legati alla sua gioventù e al suo lavoro da imprenditore.
Tra i tanti cimeli vi erano gli arnesi da muratore usati in gioventù, i disegni dei lavori eseguiti, dediche, medaglie, pergamene, i diplomi ricevuti e anche molti ritratti di maestranze e di ingegneri con i quali aveva collaborato durante la sua lunga carriera.
Dopo l’ultima guerra l’edificio venne ceduto all’Ente Provinciale di Economia Montana.
A detto ente la famiglia Ceconi aveva già devoluto tutto il terreno boschivo, acquistato e ripopolato dal conte. L’ente pubblico provvide all’opera di restauro del palazzo, che tuttavia ebbe a subire nuove mutilazioni a seguito del terremoto.
Il 24 luglio 2008 il maniero è passato definitivamente nelle mani dell’azienda Graphistudio che, oltre al castello, ha acquistato anche l’annessa foresta di faggi.
Dopo una lunga e minuziosa ristrutturazione ora il castello si presenta al massimo del suo splendore.